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Episodio 302 - L'arte delle buone relazioni

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Spesso noi abbiamo un'idea di cosa rappresenta una buona relazione.
Altrettanto spesso, però, ci aspettiamo che siano gli altri a soddisfare questi requisiti.
Il punto da cui partire è chiederci quale parte di noi entra in relazione con l'altro.
E' la parte adulta o quella egoica?
Quale parte di noi si relaziona con l’altro?
A seconda di quale parte si relaziona, cambiano le relazioni.
Le buone relazioni sono quelle in cui si vuole il confronto; questa è la parte adulta. Dall’altro lato c’è la parte bambina che vuole conferme. Nelle buone relazioni vogliamo prenderci cura dell’altro; la parte bambina però richiede/pretende attenzione e soddisfazione dei propri bisogni.
Le relazioni sono sempre dinamiche e non devono essere rigide e ferme.
Nelle buone relazioni funziona la comunicazione aperta, mentre nelle relazioni infantili si può parlare di manipolazione emotiva.
Come capire se siamo nel sé inferiore? Innanzitutto bisogna riconoscere il nostro ego. Comprendere quando scatta il nostro ego, con chi, in quale situazioni; imparare poi gradualmente ad integrarlo.
Fiducia e libertà sono altre due caratteristiche del nostro sé superiore, cioè quelle parti di noi adulte che tendono a relazioni sane; dall’altro lato troviamo il senso del possesso e del controllo.
Ognuno di noi ha dentro tutte queste spinte. Dobbiamo toglierci l’ideale delle buone relazioni e comprendere che anche le buone relazioni sono un arte: richiedono impegno, cura, attenzione, sforzo.
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Altrettanto spesso, però, ci aspettiamo che siano gli altri a soddisfare questi requisiti.
Il punto da cui partire è chiederci quale parte di noi entra in relazione con l'altro.
E' la parte adulta o quella egoica?
Quale parte di noi si relaziona con l’altro?
A seconda di quale parte si relaziona, cambiano le relazioni.
Le buone relazioni sono quelle in cui si vuole il confronto; questa è la parte adulta. Dall’altro lato c’è la parte bambina che vuole conferme. Nelle buone relazioni vogliamo prenderci cura dell’altro; la parte bambina però richiede/pretende attenzione e soddisfazione dei propri bisogni.
Le relazioni sono sempre dinamiche e non devono essere rigide e ferme.
Nelle buone relazioni funziona la comunicazione aperta, mentre nelle relazioni infantili si può parlare di manipolazione emotiva.
Come capire se siamo nel sé inferiore? Innanzitutto bisogna riconoscere il nostro ego. Comprendere quando scatta il nostro ego, con chi, in quale situazioni; imparare poi gradualmente ad integrarlo.
Fiducia e libertà sono altre due caratteristiche del nostro sé superiore, cioè quelle parti di noi adulte che tendono a relazioni sane; dall’altro lato troviamo il senso del possesso e del controllo.
Ognuno di noi ha dentro tutte queste spinte. Dobbiamo toglierci l’ideale delle buone relazioni e comprendere che anche le buone relazioni sono un arte: richiedono impegno, cura, attenzione, sforzo.
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Che cos’è la paura del successo? Da dove nasce e come possiamo affrontarla? La paura del successo è un fenomeno più comune di quanto si possa pensare. Si manifesta come il timore di scoprire quanto possiamo essere straordinari, traducendosi nella paura di raggiungere i nostri obiettivi, di essere all’altezza delle aspettative, di sentirci indegni o temere il giudizio altrui riguardo ai nostri successi. In sostanza, è la paura del nostro potere personale. Spesso associamo il concetto di potere al dominio sugli altri, ma in realtà il potere è sinonimo di possibilità, di capacità: io posso. Eppure, ciò che ci spaventa è riconoscere che siamo un centro di influenza nel nostro mondo, che le nostre azioni possono cambiarlo. Perché temiamo la nostra luce? Le radici di questa paura risiedono nei messaggi ricevuti durante l’infanzia. Tali messaggi modellano la nostra idea di successo e influiscono sulla costruzione della nostra autostima. Le critiche ricevute in passato contribuiscono spesso a creare un’immagine negativa di noi stessi, erodendo la fiducia nelle nostre capacità. Questi condizionamenti, trasmessi inconsapevolmente dai genitori o dalle figure di riferimento, alimentano sentimenti di indegnità, sensi di colpa e vergogna, che finiscono per intrecciarsi ai nostri valori più profondi. Come riconoscere la paura del successo? Ci sono alcuni segnali che ci aiutano a identificarla: Autosabotaggio: ogni volta che si avvicina un cambiamento positivo, emerge un meccanismo interno che lo ostacola. Paura del giudizio: ti trovi a pensare “Cosa diranno gli altri se ci riesco?”. Mancanza di motivazione: il successo sembra non valere lo sforzo Quali sono gli effetti della paura del successo? *Bloccare il proprio potenziale. *Provare un senso di inadeguatezza e accumulare rimpianti per ciò che non si è fatto. *Alimentare sfiducia e insicurezza nelle proprie capacità. Come superare la paura? Ne parliamo nel video Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Ti sei mai chiesto/a come cambierebbe la tua vita se imparassi DAVVERO ad amare te stesso/a? In questo video, insieme a Chantal Dejean, abbiamo esplorato il vero significato dell'amore per se stessi, ben oltre le aspettative degli altri. Il non amarsi spesso non è una nostra scelta, ma una reazione al giudizio altrui. Quando cambiamo il nostro sguardo verso noi stessi, il parere degli altri perde importanza. Cosa ci impedisce di volerci bene davvero? È la mancanza d'amore verso noi stessi, o è piuttosto lo sguardo degli altri che ci fa sentire inadeguati? In un mondo basato sul giudizio e sulla competizione, trovare la propria strada significa imparare a volersi bene, senza dover rispondere a criteri esterni. Amare se stessi non significa sentirsi il numero uno, ma accettarsi nella propria autenticità. Scoprire il nostro talento non è facile, ma è il percorso che porta al nostro risveglio. La via spesso non è immediatamente visibile, ma può rivelarsi attraverso piccoli segni, incontri o messaggi che ci guidano verso la nostra essenza. In questo video, abbiamo approfondito come riconoscere il nostro talento, consolidare le nostre basi e costruire una solida identità. Quando ci sentiamo bene con noi stessi e in armonia con il nostro scopo, allora abbiamo trovato la strada giusta. Come liberarsi dai condizionamenti esterni e iniziare il viaggio verso il vero amore per te stesso? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Quanto è importante conoscere se stessi? Conoscere se stessi è essenziale per una vita attiva e dinamica, ma non è così semplice. Spesso, infatti, si confonde il conoscere se stessi con il costruirsi un'immagine ideale di sé, che risponde alle aspettative di genitori, società o religione. Questo porta a conflitti interni tra ciò che si è realmente e l'immagine ideale che si tenta di raggiungere. Conoscere se stessi, invece, è un'indagine continua che porta alla luce le motivazioni autentiche che ci guidano, senza necessariamente trovare una certezza assoluta. Il discorso include un brano che parla dell'importanza di indagare continuamente il proprio agire e le motivazioni, senza cercare definizioni statiche di sé. Ogni azione è spinta da molteplici cause, e il riconoscimento di questa complessità porta a una maggiore consapevolezza e ad un allontanamento dal bisogno di certezze rigide, che finisce per cristallizzare la nostra natura dinamica. E' importante abituarsi ad esaminare le azioni e a scoprire più di una motivazione per ogni comportamento, accettando la complessità del proprio mondo interiore. Questo processo, anche se non porta a certezze definitive, permette di fluire con la vita e di sentirsi vivi, libero dalle maschere che ci si costruisce. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
E se scoprissimo che dentro ognuno di noi c’è già una luce pronta a splendere? Con Fra' Stefano Bordignon, in questa puntata speciale dedicata al Natale, abbiamo dialogato su come il Natale sia un momento di rinascita spirituale e di riflessione che cambia nel tempo, e può essere considerato un dono da accogliere con consapevolezza. E' importante anche la valenza simbolica e spirituale della festa, che va oltre i dettagli concreti. Il Natale è visto come un evento che unisce spirito e materia, rappresentato dalla nascita di Gesù come simbolo di luce e rinnovamento. Abbiamo parlato dei simboli legati al Natale, come la grotta, la stella cometa, e la figura di Maria e Giuseppe, che incarnano valori universali di umiltà, protezione, e rinascita interiore. Gesù viene è una figura straordinaria che, attraverso la sua coerenza e il suo esempio, ispira un nuovo modello di umanità, in cui spiritualità e vita quotidiana si uniscono. Il Natale rappresenta non solo un evento storico ma anche un richiamo universale al potenziale di trasformazione e crescita insito in ognuno di noi. È un tempo per riscoprire valori interiori e creare una connessione profonda con gli altri. Cosa rappresenta per te il Natale? Auguro a ciascuno di voi un buon Natale di rinascita spirituale! Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Hai mai pensato a quanto maschile e femminile siano due lati di una stessa medaglia? Non opposti, ma complementari. In questa diretta con Erica Poli, medico psichiatra, psicoterapeuta e counselor, abbiamo parlato delle dinamiche attuali tra energie maschili e femminili, osservando come siano mutate nel tempo e il loro impatto nelle relazioni e nella società. Oggi le donne spesso cercano di abbracciare caratteristiche tradizionalmente maschili, mentre gli uomini faticano a connettersi con la loro parte femminile. Questo squilibrio genera conflitti e difficoltà nel dialogo autentico tra i generi. E' importante riconoscere che maschile e femminile sono energie complementari, necessarie entrambe e presenti in ogni individuo. La società trasmette stereotipi sbilanciati, privando spesso sia uomini che donne di una conoscenza profonda e armoniosa delle loro identità. La pressione sociale su donne e uomini può portare a dipendenze tossiche o all'adozione di ruoli forzati. Maschile e femminile, se equilibrati, possono convivere e arricchirsi reciprocamente, dando vita a relazioni più sane. La dipendenza sana viene definita come una connessione reciproca che valorizza entrambi i partner, senza annullare l'identità individuale. Le donne inoltre hanno la necessità di riappropriarsi del proprio potere femminile, evitando di cadere in compromessi che ne limitano la libertà o l'autodeterminazione. Il femminile, inteso come un’energia potente e divina, deve essere vissuto e celebrato senza subordinarsi a stereotipi o pressioni sociali. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Ti capita mai di sentirsi bloccato e sopraffatto dalla pigrizia? La pigrizia è una condizione umana sempre in agguato, un atteggiamento che può apparire come semplice apatia o indolenza, ma che spesso nasconde significati più profondi. Da uno stato di mancanza di energia può evolvere fino all’apatia vera e propria, lasciandoci con la sensazione che ci manchi qualcosa. A volte, la pigrizia è un segnale prezioso: è il modo del nostro corpo e della nostra mente di dirci che abbiamo bisogno di fermarci e ricaricarci. In una routine statica, dominata dalla cultura del “fare”, ci dimentichiamo che la passività può avere un ruolo funzionale. È un campanello d’allarme dello stress e, se ascoltata, può aiutarci a riconnetterci con i nostri bisogni profondi. Immaginiamo la pigrizia come un bambino che richiede attenzione e comprensione. Spesso, invece di ascoltarla, cerchiamo di scacciarla o ignorarla, ma questo è l’errore peggiore che possiamo fare. Accogliere la pigrizia significa chiederci perché si manifesta e quale messaggio ci sta portando. Spesso la pigrizia è associata all'idea di mancanza di motivazione. La motivazione nasce da una connessione emotiva verso qualcosa che riteniamo significativo. Quando non riusciamo a motivarci, spesso è perché ciò che dobbiamo fare non rispecchia i nostri valori o obiettivi di vita. È una disconnessione: il compito ci appare distante da ciò che ci interessa davvero, come la ricerca di apprezzamento degli altri o un guadagno puramente materiale. Dietro la pigrizia si nascondono spesso due grandi paure: la paura di fallire e la paura di riuscire. E, sorprendentemente, è quest’ultima a prevalere. Riuscire significa affrontare il cambiamento, uscire dalla zona di comfort e affrontare nuove responsabilità, e questo può spaventarci. La chiave per superare la pigrizia è iniziare con poco. Piccole azioni minimali sono sufficienti per creare slancio. Come un piccolo ingranaggio che avvia una grande macchina, anche il più piccolo passo può portarti verso il cambiamento e ridarti l’energia per andare avanti. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
La libertà è un valore fondamentale, ma per comprenderla davvero dobbiamo andare oltre l'idea superficiale di spontaneità o assenza di maschere. Non si tratta di non avere paure o condizionamenti, ma di essere consapevoli di essi. La libertà consiste nel vedere i propri limiti, accettarli e agire nonostante essi, scegliendo consapevolmente e riconoscendo le conseguenze delle nostre azioni. Questa consapevolezza non è gratuita: la libertà ha un prezzo, che può sembrare insostenibile se ci lasciamo dominare dalle nostre paure o dal nostro lato infantile. Tuttavia, affrontare questo prezzo è essenziale per superare ciò che ci tiene imprigionati, come sensi di colpa, doverizzazioni o il bisogno di conformarci. Un passaggio chiave verso la libertà è imparare a vedere ciò che ci tiene incatenati: i nostri condizionamenti e le nostre dipendenze. Da qui si aprono tre possibilità. Esistono gli uomini schiavi, che vedono una sola opzione e agiscono senza scelta. Poi ci sono gli uomini macchina, che percepiscono solo due alternative, come se ogni decisione fosse una dicotomia. Infine, ci sono gli uomini liberi: coloro che riescono a vedere almeno tre possibilità e possono scegliere consapevolmente. Infine, capire cos’è la libertà è importante, ma non basta. Comprenderla significa viverla, fare esperienza, osservare le nostre catene e imparare a muoverci nonostante esse. Solo così possiamo avvicinarci a una condizione in cui siamo davvero liberi, sia in senso passivo ( "libero da") che in senso attivo ( "libero di"). Riscopriamo questo valore e andiamo oltre il dovere per vivere con libertà vera! Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Come liberarti dal peso dei 'devo' e vivere con libertà Ti è mai capitato di sentirti sopraffatto dai mille devo della vita? Perchè ci accade tanto spesso? Qual è il ruolo dei devo nella nostra mente e come influenzano il nostro modo di vivere? devo rappresentano un ostacolo ai nostri voglio, creando stress, senso di inadeguatezza e stanchezza. Ma come funzionano davvero? Che cosa sono i "devo"? I devo nascono da un dovere principale, spesso radicato nella nostra infanzia, e si moltiplicano in una rete di obblighi: Doveri derivati: obblighi che si sviluppano a cascata. Doveri compensativi: tentativi di riparare quello che pensiamo di non aver fatto abbastanza. Doveri riparativi: obblighi autoimposti per sistemare le nostre mancanze percepite. Cosa succede quando siamo intrappolati nei "devo"? Questa spirale produce stanchezza, insoddisfazione e ci allontana dal momento presente. Cerchiamo di intervenire, ma spesso agiamo sul livello sbagliato, quello superficiale del comportamento, senza lavorare sulle radici profonde. Come passare dai "devo" ai "voglio"? Per liberarsi bisogna lavorare sui doveri iniziali, quelli legati al nostro modo di percepire noi stessi e il mondo. Con questo cambio, si trasformano i doveri in scelte consapevoli: Dai doveri derivati si passa alle decisioni libere. Dai doveri compensativi si arriva all’accettazione. Dai doveri riparativi si accede a una vera crescita interiore. Quando passiamo al voglio, cambia tutto: non dobbiamo più dimostrare nulla e cominciamo a vivere in sintonia con noi stessi. E possiamo essere finalmente liberi. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Quando parliamo di questo argomento parliamo di un tema nucleare per l’essere umano e per il suo benessere. L’equilibrio tra amare se stessi e gli altri è qualcosa di molto sottile, e si corre il rischio di sbilanciarsi da una parte o dall’altra: o solo io o solo l’altro. Questo concetto, “Ama il prossimo tuo come te stesso”, non è un precetto religioso, ma una chiave di benessere personale e sociale. Ne abbiamo parlato con, Don Giovanni Benvenuto, attivo su YouTube con il canale “Comunicare il sorriso di Dio”, che ha spiegato come l’amore equilibrato sia il fulcro di una vita sana. Don Giovanni ha riflettuto sull'importanza di trovare un equilibrio tra amare se stessi e amare gli altri, evidenziando come le persone che emanano energia positiva spesso siano quelle che, pur dedicandosi agli altri, sanno volersi bene. Ha ricordato che anche Gesù mostrava questo equilibrio, alternando momenti di dedizione agli altri con quelli di riposo e riflessione personale. Spesso però noi ci troviamo in difficoltà nel bilanciare i bisogni propri con quelli altrui. Spesso si confonde l’amore con dinamiche basate sul sacrificio e sul senso di colpa, trasformando i gesti d'amore in atti di “prostituzione relazionale”. Questo termine forte serve a mettere in luce quanto, in queste situazioni, si tenda a dare agli altri in modo compulsivo per ottenere amore o riconoscimento, ma senza riceverne realmente. Possiamo imparare a distinguere tra atti di amore autentico e quelli motivati dalla compiacenza. È importante agire con consapevolezza delle proprie intenzioni. Dare agli altri deve essere un atto che ricarica, non che svuota, e questo avviene solo quando si è in pace con se stessi e si è raggiunto un equilibrio tra l’amore per se stessi e l’amore per l’altro. Quanto sei bilanciato nel tuo dare? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Quando parliamo di questo argomento parliamo di un tema nucleare per l’essere umano e per il suo benessere. L’equilibrio tra amare se stessi e gli altri è qualcosa di molto sottile, e si corre il rischio di sbilanciarsi da una parte o dall’altra: o solo io o solo l’altro. Questo concetto, “Ama il prossimo tuo come te stesso”, non è un precetto religioso, ma una chiave di benessere personale e sociale. Ne abbiamo parlato con, Don Giovanni Benvenuto, attivo su YouTube con il canale “Comunicare il sorriso di Dio”, che ha spiegato come l’amore equilibrato sia il fulcro di una vita sana. Don Giovanni ha riflettuto sull'importanza di trovare un equilibrio tra amare se stessi e amare gli altri, evidenziando come le persone che emanano energia positiva spesso siano quelle che, pur dedicandosi agli altri, sanno volersi bene. Ha ricordato che anche Gesù mostrava questo equilibrio, alternando momenti di dedizione agli altri con quelli di riposo e riflessione personale. Spesso però noi ci troviamo in difficoltà nel bilanciare i bisogni propri con quelli altrui. Spesso si confonde l’amore con dinamiche basate sul sacrificio e sul senso di colpa, trasformando i gesti d'amore in atti di “prostituzione relazionale”. Questo termine forte serve a mettere in luce quanto, in queste situazioni, si tenda a dare agli altri in modo compulsivo per ottenere amore o riconoscimento, ma senza riceverne realmente. Possiamo imparare a distinguere tra atti di amore autentico e quelli motivati dalla compiacenza. È importante agire con consapevolezza delle proprie intenzioni. Dare agli altri deve essere un atto che ricarica, non che svuota, e questo avviene solo quando si è in pace con se stessi e si è raggiunto un equilibrio tra l’amore per se stessi e l’amore per l’altro. Quanto sei bilanciato nel tuo dare? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Questa puntata speciale e intensa approfondisce il tema della reincarnazione attraverso le parole di Enrico Ruggini, un esperto divulgatore del Cerchio Firenze 77, un gruppo di medium noto per le loro canalizzazioni spirituali. Enrico è invitato a spiegare le concezioni di reincarnazione secondo gli insegnamenti del Cerchio, evidenziando differenze rispetto alla tradizione cristiana e ad altre filosofie religiose. Enrico spiega che l’insegnamento del Cerchio Firenze 77 vede la reincarnazione non come una punizione o premio, ma come un processo evolutivo necessario. Ogni reincarnazione rappresenta un “gradino” nel cammino verso una maturazione spirituale più alta, in cui l’anima sperimenta diverse condizioni di vita, ruoli e circostanze per evolversi. A differenza di altre tradizioni, come il sistema karmico indiano che collega le azioni di una vita con le conseguenze nelle vite successive, il Cerchio Firenze 77 sottolinea che la reincarnazione è legata alla crescita e al miglioramento dell’essere. Questo approccio porta a una visione più equa dell’esistenza, in cui le disuguaglianze e le difficoltà della vita trovano un senso in un contesto più ampio e spirituale. L’obiettivo della discussione è far comprendere che la reincarnazione può essere vista come una possibilità di comprensione e accettazione della vita, senza la necessità di giudizi o punizioni. L’intento di Enrico è quello di aiutare il pubblico a riflettere sulla reincarnazione come parte di un percorso di crescita interiore e non come un semplice concetto religioso o dogmatico. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Cosa sono i meccanismi di difesa? A cosa servono? E perchè ci procurano tanta sofferenza? I meccanismi di difesa sono programmi automatici che si attivano in modo repentino e reattivo. E ci coinvolgono a diversi livelli. A livello fisico, i meccanismi di difesa ci avvelenano, ci fanno male, perchè scattiamo come fossimo davanti ad un pericolo reale. A livello mentale, ci tolgono realtà e verità, cadiamo prede delle emozioni. A livello emotivo, i meccanismi di difesa riducono la gamma delle nostre emozioni alla sola rabbia e paura. A livello spirituale, quando scattano i meccanismi di difesa, perdiamo la nostra creatività, e restiamo isolati e limitati. Sostanzialmente i meccanismi di difesa ci fanno male a qualsiasi livello. Iniziare a vedere i nostri meccanismi di difesa è fondamentale per poter iniziare a lavorarci prendendocene la responsabilità. Da dove possiamo cominciare? Dal rintracciare cosa scatta, quando scatta e comprendere quale paura c'è dietro. I meccanismi di difesa sono programmi automatici che scattano in modo immediato in ogni situazione della vita e creano due circoli viziosi: uno dentro di noi e uno tra noi e gli altri, perché a livello relazionale quando siamo in difesa stiamo minando la relazione. Che relazione posso avere se sono avvelenato fisicamente, se perdo il senso di realtà e non voglio la verità, se non ho capacità di provare gioia e amore, ma solo paura e rabbia e se il comportamento è solo o quello di aggredire o quello di scappare? Me la posso raccontare a livello relazionale, ma poi la relazione in sé diventa falsata. Quanto sei consapevole dei tuoi meccanismi di difesa? Quali sono le paure che ci sono dietro? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Depressione e alimentazione Tutte le problematiche di salute sono multifattoriali. Anche la depressione può avere differenti cause e l’alimentazione può andare ad influire su stati depressivi. Anche nel caso della depressione, si può utilizzare il cibo come se fosse una medicina. Ciò che conta nel caso della depressione, e più in generale, è raggiungere un buon equilibrio ormonale, lavorare sul microbiota e l'infiammazione sistemica. Quello che bisogna tener presente è quanto sia importante quando si è in stati depressivi, concentrarsi anche sull’alimentazione. Tra le cose importanti a cui prestare attenzione innanzitutto dobbiamo essere consapevoli che siamo in una società obesiogena, e c’è un problema frequente in chi inizia ad avere depressione, che è l'essere stato in diete ipocaloriche per molto tempo e nella depressione c’è mancanza di energia e se il corpo è senza energia, anche la testa gli va dietro. Bisogna imparare a stabilizzare alcuni ormoni come l’insulina perché, se non c’è equilibrio si destabilizza il corpo per i picchi di zuccheri, che coincidono poi con sbalzi d’umore. Come si può intervenire sull’alimentazione per poter acquisire un maggiore equilibrio? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Cosa possiamo fare per prevenire la depressione? Quali strategie possiamo mettere in atto per poter affrontare la depressione al meglio? Vediamo alcuni punti importanti: • Stile di vita sano: alimentazione, esercizio fisico, sonno adeguato. In particolare, il sonno adeguato è fondamentale; privarsi di ore di sonno ci fa stare male; va ad influire sull’umore, sulle capacità di reagire, sulla gestione dello stress e della memoria, delle emozioni. • Tecniche di rilassamento, mindfulness e meditazione: anche queste tecniche possono influire in modo positivo nella nostra vita in modo da prevenire stati depressivi. • Coltivare relazioni sociali e intime: la mancanza di relazioni intime molto spesso porta a stati depressivi; non si tratta di relazioni sessuali; l’intimità è la capacità di creare un ambiente in cui ci sentiamo liberi di essere noi stessi, in cui possiamo sentirci liberi, in cui togliamo le maschere. Come? Mantenere contatti continui e regolari con amici e familiari; sviluppare relazioni intime significative. • Hobby e attività gratificanti: dedicare tempo a passioni e interessi personali ed esplorare nuove attività. Ma come si affronta la depressione? A seconda del livello di gravità vi sono delle strategie che possono aiutarci ad affrontare la depressione. • Per la depressione lieve, possiamo innanzitutto introdurre cambiamenti nello stile di vita; chiedere un supporto psicologico e sociale. • Per la depressione moderata è necessario affrontare una terapia psicologica che può anche prevedere l’uso di farmaci e che richiede anche la partecipazione a gruppi di supporto. • Per le forme gravi è necessario un trattamento integrato di farmaci e terapia in un rapporto terapeutico continuo e imparare a gestire le crisi. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
Cosa possiamo fare per prevenire la depressione? Quali strategie possiamo mettere in atto per poter affrontare la depressione al meglio? Vediamo alcuni punti importanti: • Stile di vita sano: alimentazione, esercizio fisico, sonno adeguato. In particolare, il sonno adeguato è fondamentale; privarsi di ore di sonno ci fa stare male; va ad influire sull’umore, sulle capacità di reagire, sulla gestione dello stress e della memoria, delle emozioni. • Tecniche di rilassamento, mindfulness e meditazione: anche queste tecniche possono influire in modo positivo nella nostra vita in modo da prevenire stati depressivi. • Coltivare relazioni sociali e intime: la mancanza di relazioni intime molto spesso porta a stati depressivi; non si tratta di relazioni sessuali; l’intimità è la capacità di creare un ambiente in cui ci sentiamo liberi di essere noi stessi, in cui possiamo sentirci liberi, in cui togliamo le maschere. Come? Mantenere contatti continui e regolari con amici e familiari; sviluppare relazioni intime significative. • Hobby e attività gratificanti: dedicare tempo a passioni e interessi personali ed esplorare nuove attività. Ma come si affronta la depressione? A seconda del livello di gravità vi sono delle strategie che possono aiutarci ad affrontare la depressione. • Per la depressione lieve, possiamo innanzitutto introdurre cambiamenti nello stile di vita; chiedere un supporto psicologico e sociale. • Per la depressione moderata è necessario affrontare una terapia psicologica che può anche prevedere l’uso di farmaci e che richiede anche la partecipazione a gruppi di supporto. • Per le forme gravi è necessario un trattamento integrato di farmaci e terapia in un rapporto terapeutico continuo e imparare a gestire le crisi. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-podcast-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
 
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